Perlagioia, Albana, Ancarani.
Questa azienda con sede nei dintorni di Forlì si sta distinguendo per la produzione di vini schietti e fedeli al territorio. Le etichette vanno di pari passo. Originali, dirette, pulite, insomma spesso insolite e coraggiose. Come questa, che veste un bianco secco, da vitigno Albana (anche se non si può dire in etichetta per questioni normative), che si presenta con un messaggio chiaro: forchetta e coltello. Insomma un vino da portare in tavola e da accompagnare con qualcosa di masticabile, possibilmente gastronomico, come insegnano le tradizioni di quei luoghi. Le posate elette a simbolo di un buon vivere che non può escludere un buon vino. Per quanto riguarda il nome del vino ci sono alcune osservazioni da fare: “Perlagioia” viene scritto tutto di seguito, creando così una specie di neologismo, una parola nuova che però nasce chiaramente dalla ricomposizione di “per la gioia”. Da notare che si potrebbe anche suddividere in “perla gioia” dove la perla trasmette sensazioni di preziosità. Il primo intento è assolutamente la gioia, come dichiarato dal produttore anche nel proprio sito: la condivisione, la convivialità, l’allegria di una buona tavola, con tutto quello che ne consegue.