Tralci Come Frecce per Comunicare il Vino

Saittole, Malvasia-Trebbiano-Bombino, Cantina Ribelà.

Diciamo innanzitutto che il nome di questa cantina laziale, “Ribelà”, deriva da una forma dialettale di Monte Porzio Catone (dove ha sede l’azienda) che significa ricoprire, “ribelare”, rincalzare la terra sulle viti appena piantate. Il simbolo e in un certo senso il logo di questi giovani produttori è una sognante mongolfiera che aleggia anche nella home del loro sito internet. Nella grafica in etichetta è comunque protagonista, come dimensioni, il nome del vino, molto particolare, insomma da decifrare: “Saittole”. Riportando le parole del produttore: “Saittole viene dal latino "sagitte", le frecce, come a Frascati venivano chiamate "le marze", i tralci di vite che si tagliavano per piantarli o innestarli. Nasce per essere un vino Frascati della tradizione, cioè un vino con diverse qualità di uve. Proprio per questo ci piaceva l'idea delle saittole... ossia dei tralci di vite che nella storia ci siamo sempre scambiati dando vita a molti biotipi e vini, in contesti diversi”. Nome non facile da leggere e da pronunciare ma aderente al territorio per via del suo antico significato. Etichetta semplice che trasmette sensazioni di genuinità che l’azienda professa soprattutto con una viticoltura biodinamica e biologica. Grazie a Sara Missaglia, giornalista del vino e attenta comunicatrice, per la segnalazione di questo naming e packaging. In alto i calici! (Anche in mongolfiera, volendo)