Iniziamo comprensibilmente dal nome di questo vino che appare davvero strano. “Freccia degli Scacchi” potrebbe condurre il pensiero al celebre gioco cervellotico che muove torri e alfieri (e in effetti un certo collegamento poi lo si trova). La freccia, che appare anche in etichetta, porta a ulteriori percezioni di sfida (ma anche di velocità). Nulla di tutto ciò, visto che l’origine del nome di questo vino umbro a base Sangiovese è da attribuirsi al nome del “capitano dei generali della battaglia di Miralduolo” (sede dell’azienda in questione). Questo almeno si trova in rete come informazione generalmente riconosciuta. Non riusciamo a capire come possa esistere un “capitano dei generali” nella gerarchia di un esercito, ma soprassediamo. La battaglia in questione, quella di Miralduolo, dovrebbe essere avvenuta nel 1367 tra la città di Perugia (sconfitta) e la Compagnia Bianca (papale). Il nome Miralduolo, strano anch’esso, potrebbe essere ricondotto alla terribile e truculenta scena del dopo battaglia, tale da far affermare “mira ‘l duolo” nel senso di “guarda che strage!“. Detto questo passiamo al packaging vero e proprio che risulta molto spartano: su una carta con trame verticali in rilievo, il nome del vino è scritto a sinistra mentre sulla destra in basso vediamo una freccia (riferimento ad armi da combattimento?) e il logo e nome dell’azienda. Semplice e lineare. A volte funziona.