In bolla, Ansonica, Arrighi.
C’è ancora qualcuno che ha voglia di divertirsi. Fortunatamente. E che realizza etichette insolite e ironiche. L’efficacia, certo, è un altro aspetto che andrebbe esaminato a parte. Ma in ogni caso ci piace far notare questo packaging, per le sue caratteristiche un po’ folli. Il vino, un frizzante a base Ansonica che nasce all’Isola d’Elba, si presenta col nome “In bolla”. Notoriamente nello slang interregionale italico, forse di più al nord, si dice “bolla” per indicare un vino spumante, frizzante, sparkling. “Stasera ci beviamo una bella bolla…”. “Che ne dici di una bolla?”. Sono frasi ricorrenti. Dalle parole alle immagini: al centro dell’etichetta vediamo, con stile illustrativo-fumettoso, una bimba vestita di rosso, sdraiata e sognante dentro… una bolla! La forma è quella di una bolla di sapone, ma in questa situazione iconografica vale tutto, l’immaginazione viaggia. Nient’altro se non il logo aziendale in alto. Da notare che “in bolla” significa anche, in un linguaggio tecnico da carpentieri, essere in perfetto equilibrio orizzontale (la bolla è uno strumento che serve per attestare la perfetta linearità delle superfici). Ma “essere in bolla” significa anche essere un po’ ebbri. Insomma largo alle interpretazioni, fermo restando che la giocosa innocenza della bambina vestita di rosso ci porta un un mondo di simpatica convivialità.