Queste due etichette che vestono i due vini di punta di questa azienda, cromaticamente attirano l’attenzione. Colori abbastanza insoliti e una grafica sia pure semplice conferiscono una sorta di originalità. Tre elementi: una foglia di vite, a destra, defilata, il nome del vino (e del produttore al tempo stesso) al centro, in corsivo, il nome del vitigno in alto (con l’annata). Il titolare di questa azienda altoatesina, Stefan Vaja, ci fa sapere, scrivendolo nel proprio sito internet che “…la denominazione "Glassier” deriva dal nome latino "clausura" (un “clos” per i francesi) che veniva usato, come anche nel caso del Glassierhof (nome della tenuta) per i terreni rinchiusi (circondati) da una muraglia. Il maso è da 9 generazioni di proprietà della nostra famiglia. Le uve vengono prodotte secondo il disciplinare CEE 2092/91, che regola l' agricoltura bio-organica…”. L’unico vero problema di questa etichetta è la leggibilità del nome in corsivo: in particolare le due “s” centrali possono essere equivocate. Un piccolo vezzo artistico: il puntino della “i” ha lo stesso colore del nome del vitigno.