Confessiamo che in prima battuta abbiamo cercato questo vino (conoscendone solo l’etichetta e il nome e non il contenuto effettivo) tra i bianchi della gamma dell’Azienda Lusenti, poi nei bianchi frizzanti, quindi abbiamo provato tra quelli dolci. Convintissimi che si trattasse di un vino bianco. Invece… si tratta di un vino rosso, di una Barbera frizzante per l’esattezza. Forse è una questione di cognizione personale, ma il nome del vino, “Mare d’Inverno” a noi ispirava un vino bianco. E’ vero che il vino bianco si beve d’estate, ma ugualmente l’immagine e la cromografia (toni azzurri, onde e gabbiano) portavano a una fruizione “leggera”, da pesce, sia pure in inverno. Sorpresa: si tratta di un rosso, sia pure di spiccata acidità e frizzantezza, che forse potrebbe adattarsi (e non viceversa) a piatti di pesce, magari grasso, pesce azzurro, tanto per non tradire l’elaborato del packaging. Il nome di questo vino riporta anche, inevitabilmente, a una nota canzone eseguita per lo più da Loredana Bertè, addirittura inneggiante a un certo mondo in bianco e nero, nemmeno in azzurro: “Il mare d'inverno è solo un film in bianco e nero visto alla TV…”. Complessivamente l’etichetta si fa ben vedere e ben volere. Qualche dubbio sul concetto generale che la comunicazione, nel suo insieme, riesce ad esprimere.