Macvin du Jura, vino liquoroso, Les Dolomies.
Il nome di questo vino che è anche il nome della categoria di prodotto (la qual cosa non va molto bene in comunicazione) ha una storia particolare, legata alla sua produzione. Si tratta infatti di un vino liquoroso costituito per 2/3 da mosto d’uva e per 1/3 da distillato (il Marc du Jura, corrispondente alla nostra grappa). Il nome, dicono ufficialmente le corporazioni del luogo, deriva dall’unione delle parole Marc e Vin (però i conti non tornano, manca una “r”, ma soprassediamo). Quello che ha attirato la nostra attenzione è la splendida illustrazione ad acquarello che troviamo sulla sinistra dell’etichetta: impossibile non notarla, grazie anche all’intensa colorazione. Raffigura una donna nell’atto di prendere oppure offrire o anche solo ammirare una bottiglia di vino che tiene nella sua mano sinistra. Il volto è completamente assente, ovvero non è per nulla particolareggiato, ma l’immagine fa sognare, fa “immaginare”. Il vestito è bellissimo, la donna è sicuramente bellissima, la scena e le circostanze sono sicuramente bellissime. Lo dice la nostra fantasia. Ed è la dimostrazione di quanta efficacia ci può essere in un idea (e in un bel tratto artistico). Un ultimo accenno all’azienda, biodinamica, nel cuore di quella regione vinicola ancora tutta da scoprire, lo Jura. Il produttore, una coppia di illuminati vignaioli, si chiama Les Dolomies, termine che in quella zona sta a indicare la tipologia di terreno, costituito in gran parte da calcare ricco di magnesio. Bravi.