Friulano (Collio), Kurtin.
Stiamo parlando di un vino e di un’azienda italiani, sia pure al confine con la Slovenia. Colpisce quindi, innanzitutto, quella scritta in alto, “Kurtin”. In effetti si tratta del cognome della famiglia che dal 1906 gestisce un’attività agricola prima, e successivamente solo vitivinicola. Difficile trovare la lettera “K” in un cognome italiano, ma in questa zona, nel Collio, le storie e le culture si mescolano. L’azienda ne ha fatto un simbolo: infatti la K diventa logo scudato (non visibile qui in etichetta). Colpisce anche quella luna dorata che sovrasta un gradevole disegno al tratto dove un ragazzo e un uomo adulto (padre o nonno) ammirano il panorama rurale. Molto bella la frase di accompagnamento che troviamo alla base del disegno: “Il vino dei padri, succo della nostra memoria, storia che ci disseta”. Un poetico riferimento alle generazioni che si sono susseguite nel corso del secolo scorso, alla guida dell’azienda. Un omaggio a chi è venuto prima e che ora viene ricordato come colui che ha spianato la strada alle rinnovate passioni. E’ un’etichetta semplice, chiara, senza pretese di voler rappresentare qualcosa di prezioso o aristocratico. Il vino è terra, è contadino, è lavoro e tradizione. Sia per chi lo produce, sia per chi lo beve. Con tanta buona ragione e salute per tutti.