Si tratta di un’azienda famigliare che affonda le proprie radici nel Piemonte del Roero, alla sinistra geografica del Tanaro, il fiume che “decide” dove è Nebbiolo e dove il resto del mondo. Ma insomma anche il Roero, al di là del fiume, come vini e paesaggi, si difende bene. E propone, in contrappunto con le Langhe, un bianco che si sta sempre più affermando, l’Arneis. Bella questa etichetta che fa volare e sognare: una flottiglia di mongolfiere colorate si perde nel cielo di uno sfondo cartaceo (l’etichetta vera e propria). Al centro troviamo il nome del vino: “GioCa”, volutamente con la “G” e la “C” maiuscole per dedicare l’opera vinicola di oggi ai due antenati Giovanni (1930) e Carla (1933). Bello il rispetto per gli avi che viene a creare un altrettanto bel significato, l’invito a giocare, a vivere e godere la vita in leggerezza (“che leggerezza non è superficialità, ma vedere le cose dall’alto…” - Italo Calvino). Per questo le mongolfiere, che danno ugualmente un senso giocoso e gioioso. Sotto al nome del vino e a quello del vitigno, troviamo lo stemma di famiglia, riguardo il quale il produttore scrive: “La nostra storia ha un ruolo centrale nel definirci, perché riecheggia il “buon senso” contadino, un legame con il territorio che dura da secoli. Per questo motivo in etichetta abbiamo scelto di mantenere lo stemma della nostra famiglia. Al centro, tre colline simboleggiano i tre fratelli fondatori dell’azienda. Sopra un elmo e un’alabarda ricordano invece le nostre origini medievali. Lo stemma è rappresentato anche sul muro della cantina, assieme al nostro motto storico: “Docet Ducit”, insegna e conduci.” Tutto molto bello e sincero.