Urlo di Lupo, Vitigni Rossi Toscana, Tenuta Maria Teresa (Duchessa di Lucca).
"C'era una volta una dolce fanciulla a cui tutti volevano bene specialmente la nonna, la quale non sapeva più che cosa regalarle. Una volta le regalò un cappuccetto di velluto rosso e poiché le stava molto bene e non voleva portare niente altro, fu chiamata solo Cappuccetto Rosso. Un giorno la madre le disse: "Va', Cappuccetto Rosso, eccoti un pezzo di focaccia e una bottiglia di vino, portali alla nonna, che è ammalata e debole e le farà bene...". L'incipit della famosa fiaba dei fratelli Grimm ci serve per introdurre, giocosamente, l'argomento "lupo", tanto caro a molte aziende e vicende toscane. Forse perché in quelle lande gira ancora qualche esemplare di "canis lupus" con fare losco e minaccioso. L'azienda della "Duchessa di Lucca" decide di appellarsi all'ululato di un lupo per comunicare il proprio blend di rossi toscani. Urlo di luna piena, forse, urlo di battaglia, urlo di allarme per il branco... certo destinato a destare allarme anche nelle umane percezioni, tanto ancestrale è la sua matrice. Breve, nonostante composto, il nome di questo vino: foneticamente compatto e musicale. Ululante di suo: basta recitarlo per rendersene conto. Allarme suscita il lupo cattivo, anche nell'illustrazione in etichetta: nei confronti di un vignaiolo spaventato che sembra mettere in salvo i grappoli della sua uva, oltre che la propria incolumità. Davvero curiosa la "scenetta": si è sempre parlato dei cinghiali come danneggiatori di vigne, ora anche i lupi sembrano destare sospetto. E quel cappello a mezz'aria, del vignaiolo in fuga, comunica una sensazione di sospensione e al tempo stesso di dinamico racconto. Stride il carattere aggraziato e nobile delle scritte soprastanti ma in tutta somma l'etichetta colpisce, azzanna la memorabilità alle caviglie e raggiunge così il suo obiettivo.