Il nome di questa "crema di mosto d'uva" è breve e compatto, proprio come la bottiglia. Forma non insolita per una categoria di prodotto "gourmet" come quella dei mosti cotti e degli aceti balsamici. E' interessante il fatto che l'azienda (che principalmente vino) dedichi spazio e molte parole per commentare questo nome pur essendo riferito a un prodotto di nicchia, come nel caso del mosto cotto. Ecco un estratto della spiegazione del nome "La Sapa": "Ludovico Ariosto offre una sintetica ma efficace raffigurazione di alcuni elementi propri della cucina cinquecentesca. In particolare il sostantivo femminile "sapa", che è la continuazione del latino sapa, è a sua volta da connettersi, probabilmente, con sapere > "aver sapore" e sapidus > "saporito" e indica un particolare tipo di mosto, cotto e concentrato... etc...". Si nota una piccola incongruenza quando il produttore nel proprio sito chiama il prodotto "Sapa" (senza articolo) mentre in etichetta vine riportato "La Sapa". Difficile per chi non è latinista ricondurre a qualche nesso Sapa o peggio ancora La Sapa: quest'ultimo potrebbe addirittura far pensare alla forma dialettate per chiamare un diffusissimo utensile agricolo!