Parafrasando il celebre film sul Marchese del Grillo, impersonato dal grande Alberto Sordi, l'azienda vitivinicola Rocca delle Aquile chiama il proprio Montepulciano d'Abruzzo "Marchese del Grappolo". Non sfugge un senso di ironia (crediamo voluta da parte del produttore), quel senso di accolita enogastronomica che celebra la vita a colpi di bicchiere. Certo "marchese" è anche parola di nobile accezione, se vista sotto questo aspetto. Il nome, composito, contiene allora due anime: quella nobilizia dei latifondi antichi e delle coccarde familiari e quella "terrena", della gleba, alla quale il frutto della vite appartiene per destino e natura. È nata così una composizione gradevole e memorabile, seriosa e giocosa al tempo stesso. Ma tutto sommato con una vena di quella simpatia che sa ridere di se stessa. O meglio, è capace di non prendersi troppo sul serio. Piuttosto banale la risoluzione grafica, di design, dell'etichetta, classica e barocchevole, se non fosse per quel'idea di rappresentare un grappolo d'uva con la parola che lo definisce. Operazione che a livello visuale è riuscita molto bene, salvaguardando una sufficente leggibilità, fornendo la percezione del grappolo con efficacia. Soprassediamo sul logo aziendale, ma nel complesso l'etichetta, grazie proprio alla modalità con la quale è stato "giocato" il nome del vino, risulta piacevole e dotata di un certa originalità e quindi visibilità a scaffale.