Etichetta Portafortuna (Saranno i Colori?)

grafica comunicazione winelabelsTredici, Garganega e Chardonnay Spumante, Cavazza.

Un'azienda dalla posizione (Veneto) e dalla produzione "classiche" si cimenta in alcune etichette artistiche (oltre ad avere anche una linea più "regular", dal punto di vista del design) e lo fa con il coraggio di osare. Almeno questa è la prima impressione vedendo questa bottiglia di spumante metodo Charmat che si chiama "Tredici", dove il nome è scritto sì in piccolo in basso, alla base dell'etichetta, ma viene sostanziato, evidenziato, reiterato, per chi ha occhi "artistici" per guardare meglio, da una grafica scoppiettante, dove colori come fuochi d'artificio oltre a caratteri di scrittura, forme e dimensioni, tracciano una texture decisamente variopinta e insolita a vedersi sulle italiche produzioni vinicole. Ma da dove viene, in definitiva, questo "Tredici"? Si potrebbe essere portati a pensare che si riferisce alla gradazione del vino, che però, per uno spumante risulterebbe un po' alta. E allora ci viene in aiuto il sito internet del produttore che nella scheda prodotto, parlando del naming, puntualizza: "Le prime bottiglie risalgono agli anni ’80, quando il numero 13 era considerato un numero fortunato alla schedina del Totocalcio". Quindi 13 in quanto numero fortunato, un ricordo scaramantico che diventa quasi romantico se il numero magico si fa largo in mezzo a tutti quei colori come una leggiadra farfalla dal manto variopinto (o tutto quello che la vostra immaginazione andrà a cercare e a creare). Se non fosse per quel tappo a vite, il famigerato "screw-cap" che fa tanto america (o nord Europa) ma poca emozione... ma anche questa è evoluzione e il tempo (e il commercio) dirà se la direzione è quella giusta.