È il marketing, dirà qualcuno. Che spinge in questa fase (poi le cose cambiano) a sottolineare gli aspetti bio, e naturali, e genuini, e biodinamici, e chi più ne ha più ne metta. Infatti in questa etichetta ne hanno messe molte di parole attinenti al concetto attualmente "di moda": bio e natural product (nel bollo in alto, poi "Agricolo" (il nome), vino biologico e come se non bastasse "da agricoltura biologia". Alcune di queste diciture sono necessarie, ed è anche vero che "repetita juvant", ma insomma, forse si poteva rastremare un po'. Da notare che, oltre all'Agricolo, nella gamma proposta dalle Cantine Paolo Leo, ci sono anche il "Rurale" (rosato da Negramaro), il "Terreno" (Negramaro) e "Ecosistema" (Chardonnay). Nomi che quanto meno non ridondano con i concetti precedentemente sottolieati, laddove "Agricolo", letteralmente lo fa. Il Bio per ora vende, viene apprezzato (da un certo gruppo di consumatori) anche a fronte di un costo maggiore. Vedremo quando durerà. Ma abbiamo il sospetto che il Bio sia come le marmitte catalitiche qualche anno fa: presentate come caro accessorio sono diventate la norma, integrate nella struttura e nel costo generale del prodotto.