Patrono, Nero d'Avola, Feudo Ramaddini.
Narriamo qui di un vino, un Nero d'Avola della Sicilia sud-orientale, e del suo cambiamento di "casacca". Il nome è rimasto il medesimo, "Patrono", probabilmente a sancire quella sacralità che pervade la cultura siciliana a partire dalle chiassose feste patronali e/o di Santi variegati e Madonne ammantate. Il packaging è cambiato: prima raffigurava effettivamente un santo, un prelato, un patrono, appunto. Ora, al suo posto c'è un faccione che potrebbe essere un Bacco o come si presume dal nome di linea di questo vino, Omero, un eroe greco. Lo stile anche è cambiato: da una format grafico abbastanza classico, con la concessione, discutibile, del nome scritto in verticale e spezzettato, si è passati a stili decisamente rastremati e in questo senso "moderni". Il carattere di scrittura del nome è molto particolare (stiamo parlando della nuova etichetta, quella raffigurata qui alla base), così come la stilizzazione della faccia al centro, caratterizzata da un curioso ciuffo rosso. L'etichetta è diventata ovale e anche il logo aziendale ha usufruito di un sensibile restyling. In generale il miglioramento è visibile, almeno per quanto riguarda la pulizia grafica e l'impaginazione. La nuova etichetta, in buona sostanza, si potrebbe definire come un mix riuscito tra antico e moderno, un passo verso una comunicazione da nuovo millennio, ma con un piede nella storia e nella cultura dei luoghi di produzione, al centro di quel Mediterraneo che ancora oggi fa da culla per l'umanità intera.