The assassination of Pinot Noir, Lj Brimfield.
Davvero coraggiosa questa etichetta per un Pinot Noir del quale sappiamo davvero poco (e pochissimo si riesce a trovare in rete). Il vino viene prodotto da una piccola azienda con sede in Oregon, stato degli Usa che si sta sempre più distinguendo per la coltivazione di questo capriccioso vitigno. Tornando all'etichetta: il nome del vino è "The assasination of Pinot Noir", proprio così. E l'immagine non dà adito a dubbi: macchie di vino come se fossero sangue dopo una sparatoria o comunque in seguito di un atto violento. Se ci pensiamo bene la pressatura degli acini di uva è sempre un atto violento che ha come obiettivo la fuoriuscita del succo.
Succo e polpa d'uva che anche nel caso del Pinot Nero sono chiari. Ma dopo, al contatto con le bucce il succo diventa rosso come lo sconosciamo tutti. E tutti sappiamo anche che macchia molto se finisce su cravatte o tovaglie. Le macchie, in questo caso di inchiostro di stampa, che vediamo su questa etichetta sono realizzate tecnicamente davvero bene: sono in rilievo e lucide, per fornire all'occhio dell'osservatore un realismo di forte impatto. Qualcuno potrebbe anche dire che l'associazione vino-sangue disturba l'occhio. Di certo, prima lo attira. Non avendo informazioni in merito non sappiamo, infine, come si è perpetrato questo assassinio: speriamo che il prodotto, comunque si sia salvato!