Il nome dell’azienda, cioè il cognome del titolare, tradisce le origini venete della famiglia. Qui siamo invece in Toscana, a Cortona, sulle rive del Lago Trasimeno, piccola patria del Syrah di italica vinificazione. La produzione è famigliare: poche bottiglie che nascono dalla coltivazione di 2 ettari e mezzo di vigne. Oltre alla dicotomia tra il cognome Trevisan e la Toscana (nel logo queste due “informazioni” vengono fornite insieme, sotto a una coccinella stilizzata), quello che ha attirato la nostra attenzione è il nome del vino, “Candito”, e la sua formulazione cromatica. Candito infatti riporta ai piccoli pezzi di frutta che si trovano nel panettone e nella colomba, e in molti altri dolci. Oppure a pezzi interi, secondo tradizioni soprattutto del sud Italia. Ed è proprio questa, in un certo senso l’origine del nome. Vediamo cosa dice in proposito il titolare dell’azienda nel sito internet dedicato: “Candito è il soprannome dato a mio padre da bambino perché goloso della frutta candita e da noi utilizzato per sottolineare le note dolci caratteristiche della Syrah”. Strano, particolare, curioso. Potrebbe essere fuorviante, perché la mente va subito a qualcosa di molto dolce, rischiando addirittura di influenzare le percezioni gusto-olfattive. Ma a parte l’omaggio dovuto al padre fondatore, si tratta di un buon esercizio di fantasia, considerata anche la modalità con la quale si è deciso di rappresentare il nome in etichetta. Vediamo infatti un carnevale di colori, applicati a lettere discontinue per disposizione e dimensioni. Facile l’assonanza con “bandito” (altro possibile problema, soprattutto se il nome viene riferito a voce), ma in generale l’etichetta si distingue bene, si fa notare, esce dal cerchio delle solite grafiche. Non comprendiamo fino in fondo questo esperimento “carioca” ma ne sosteniamo l’innovatività e il coraggio.