Conestabile della Staffa.
La semplicità regna sovrana in questa etichetta (viste anche le cronistorie araldiche della famiglia). Assistiamo a un design “elementare” per un vino che nasce da un vitigno “contadino” e mai veramente nobilitato. Ha però i suoi pregi questa etichetta spartana: un disegno molto abbozzato presenta con straordinario dinamismo le forme di un cavallo. Ebbene l’equino richiama subito una moltitudine di sensazioni: eleganza pittorica, battaglie storiche, ippodromi d’antan, allevamenti lipizziani, condottieri coraggiosi, cavallerie rusticane, epicità mai dome, racconti guasconi, caroselli d’armi, purezza e bellezza della natura. E si potrebbe continuare con molte altre infusioni d’immagini. Fondo granata, scritte bianche. Il nome del vino scritto in corsivo, anch’esso come se fosse abbozzato. Sembra che questo nome sia proprio quello di un cavallo della scuderia presente in azienda, “Ciliegiò”. Semplice derivazione dal nome del vitigno Ciliegiolo che, come si diceva, è un vitigno minore, ma in grado di regalare piacevoli sensazioni soprattutto in purezza. Questo packaging genera anche un paio di perplessità: la scritta “Vino Rosso di Natura” che suggerisce due possibili interpretazioni e la presenza di due nomi, Ciliegiò e Case Sparse. A questo punto prendiamo questo secondo nome come se fosse un nome di linea. Ma l’equino equivoco andrebbe chiarito.