Il Gigante Buono (e Santo)

Branding
Gigante, Pinot Grigio, Adriano Gigante.

Questa insolita etichetta può raccontare molte altre storie, oltre a quella che vuole e deve trasmettere a proposito del suo produttore e del vino che rappresenta. Adriano Gigante (bellissimo cognome da giocarsi in comunicazione: imponente, memorabile, paterno) lavora le proprie vigne in Friuli a Corno di Rosazzo, sulle colline di Rocca Bernarda (nome topografico riportato anche in etichetta). Una storia di famiglia che inizia con il nonno dell’attuale titolare nel 1957 e che ha sempre avuto un pavone come logo aziendale, animale da cortile amato e rispettato (sul fronte etichetta il pavone non c’é ma nel sito aziendale si fa vedere, bene stilizzato). Ma torniamo alle etichette e al loro racconto complementare. Sono tondeggianti: ultimamente se ne trovano poche di questa forma. Sono “raggianti”: hanno un profilo seghettato, come un sole. All’interno altri raggi dorati. Sembrano una di quelle immaginette di santi o beati che si trovano nelle chiese. Al centro dell’immagine ovale non una santa bensì una “Gea”, sembrerebbe, Dea del globo terracqueo. Le sensazioni sono quindi molteplici: religiosità, spiritualità, tradizione, classicità. La donna al centro, può in effetti essere santa, dea, madonna e signora. Tutte le etichette in gamma sono della medesima forma, variando le colorazioni. Alcune azzardate come quella color pistacchio della Malvasia. In ogni caso il design spicca il volo, si fa notare, esce dagli schemi, sia pure con uno stile arcaico.
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