Questa cantina con sede in provincia di Macerata, che nel tempo è passata dalla coltivazione del grano a quella dell’uva, ha deciso di omaggiare gli antenati con le etichette della propria gamma di vini. Una in particolare ci ha colpito per via di quella insolita formula geometrica che appare in evidenza nel packaging-design, accompagnata da una didascalia subito alla sua destra. Lo scritto però non si spinge fino al punto di spiegare la serie di triangoli distinti da lettere sistemate sui vertici (chiediamo aiuto ai matematici). Si tratta di un Montepulciano d’Abruzzo che si chiama “Teodoro”. Riportiamo quindi il rational che si trova nel funzionale sito internet aziendale: “L’antenato Teodoro Bonati, illuminista del Diciottesimo Secolo e “ingegnero”, si è distinto nella ricerca delle leggi che regolano le dinamiche della natura e in modo particolare in quella del moto delle acque. Il grande carattere del vino che gli abbiamo dedicato vuole avvicinarsi alla statura dello scienziato”. La storia dell’ingegnere che si è dedicato ai flussi acquiferi che oggi viene chiamato a rappresentare un vino è quanto meno curiosa. L’etichetta risulta piuttosto arcaica: quella formula ottocentesca, oltre al carattere di scrittura, in oro, che nella parte superiore dell’etichetta riproduce la firma dell’illustre avo, conferisce toni più che classici, storici. Al vino non fa mai male apparire come il risultato di un percorso intergenerazionale, purché, come in questo caso, vi siano ragioni circostanziate nell’ambito di una comunicazione coordinata.