Caraconessa, Greco Bianco e Malvasia, Fezzigna.
L’etichetta di questo “Melissa Doc” (la pianta aromatica non c’entra, si tratta di un paese in Calabria, in provincia di Crotone) non è commentabile, nel senso che è così semplice (dimessa, informale e senza forma) da “non sussìstere”. Quello che ha attratto la nostra attenzione sono i nomi (tre) che appaiono nel packaging sia pure in modo disorganico. In alto in verde leggiamo “Caraconessa” (verrebbe da leggere Cara Contessa, ma non è, quindi non si tratta di un errore): è il nome del luogo dove ha origine e sede l’azienda vitivinicola in questione. Poi al centro leggiamo “Melissa” con un carattere molto graziato: verrebbe da capire che quello potrebbe essere il nome del vino, facendo riferimento, oltre che a un luogo (poco conosciuto) anche a una pianta e a un nome di donna. La Doc Melissa infatti è davvero sconosciuta, ecco perché, presentato così, si potrebbe generare un malinteso. Infine in basso vediamo il cognome (nonché il marchio) della famiglia titolare: Fezzigna. Le molte consonanti non producono una fonetica agile, ma tant’é che il cognome è questo. Come logo vediamo una “F” con incastonata una rosa. Il tutto risulta poco incisivo. Per riassumere: abbiamo due nomi strani (che non suonano bene, quindi poco memorabili) Caraconessa e Fezzigna e un nome suadente, Melissa, che però è il nome della Doc e non quello del vino. Insomma l’etichette rischia di “scivolare via” senza tanti complimenti.