Un Morellino con Ghiaccio

Ghiaccio Forte, Morellino di Scansano.

La decisione di questo produttore toscano, di riportare in grande, in modalità nome del vino, il nome stesso aziendale, è discutibile. E infatti qui ne discutiamo. In questa etichetta si evidenziano due (forse tre) elementi preponderanti: il nome “Ghiaccio Forte” (ove “forte” è ulteriormente fortificato dallo spessore del carattere di scrittura) e la nota definizione della denominazione Morellino di Scansano. In aggiunta, sulla sinistra, vediamo una testa scultorea di donna, in rosso, quasi fosse un bollo, un sigillo, una ceralacca. La Nostra discussione verte su due fattori del primo elemento (Ghiaccio Forte): il significato delle parole e la dimensione (e lo stile) di scrittura. Entrambi questi fattori portano alla mente qualcosa diverso dal vino: ad esempio potrebbe essere evocata l’immagine di un bicchiere da amaro (da fine pasto, detti anche “ammazzacaffè”) di quelli larghi con dentro i cubetti di ghiaccio. Lo stile stesso del design dell’etichetta porta a pensare a una bottiglia di amaro anni ‘70. Sulle ragioni originarie del nome della Tenuta Ghiaccio Forte non abbiamo trovato riscontri (se non che è riconducibile a un sito etrusco del IV secolo a.C.). Possiamo invece dire qualcosa sul nome storico “Morellino”, ormai acquisito e adottato abitualmente: tutto merito del Granduca di Toscana che battezzò in questo modo il Sangiovese del luogo, caratterizzato da uve molto scure, in omaggio e memoria del mantello “morello” dei cavalli maremmani che venivano utilizzati per il traino delle carrozze dei nobili del tempo. Insomma, un Morellino ghiacciato, se non auspicabile nel consumo, nella percezione che potrebbe condurre a livello inconscio.