Abbiamo qui un’etichetta e in generale una bottiglia che colpisce: il produttore si chiama Cà du Ferrà (che i titolari dell’azienda scrivono senza spazi tra le lettere e senza maiuscole intermedie). Si tratta di un passito da Bosco, Albarola e Vermentino, i grandi classici autoctoni della Liguria di Levante. Iniziamo subito col dire che “Cà du Ferrà” significa “casa del fabbro” in quanto in quelle zone si usava portare i cavalli a ferrare presso abili maniscalchi. Per restare in area naming è impossibile non notare il particolare nome del vino: “L’intraprendente”. Incuriosisce, viene subito collegato alla figura centrale, un ragazzino sugli scogli che sta pescando (in testa il classico “cappello da muratore” fatto con fogli di giornale). In particolare Il ragazzino sembrerebbe proprio maneggiare una semplice “attrezzatura” di quelle che serve per pescare i polpi: un legnetto, uno spago e una finta esca (basta che risulti appariscente e il polpo si avvinghia). I cromatismi sono originali e azzeccati: verde fluo e tratto nero. Non abbiamo trovato in rete un rational che possa fare riferimento alla scelta di questa “sceneggiatura” marinaresca, immaginiamo che possa essere un ricordo di bambino da parte di uno dei titolari. Anche perché non c’é corrispondenza d’uso tra un passito e il polpo (o altro pesce). Resta il fatto che la bottiglia si fa notare. Con una certa poesia dell’attimo. Alla base dell’etichetta il logo (non proprio chiarissimo nella sua manifestazione di sintesi) e il nome del produttore per intero.