Navigabile, Nerello Mascalese
e Cappuccio, Ayunta.
Il nome di questa azienda vinicola siciliana con sede a Randazzo, nel lato settentrionale del Parco dell’Etna, è “Ayunta” e si riferisce a una curiosa (e vera) novella: il titolare e vignaiolo, Filippo Mangione, racconta che da piccolo la nonna al mattino gli faceva bere mezzo litro di latte (forse per questo poi è passato al vino), cioè due tazze più... ancora un pochino, una aggiunta, “a iunta” in siciliano. Da qui il nome dell’azienda che in questa etichetta appare proprio sopra al nome del vino, tra due parentesi. Design molto particolare, si vede una firma stilografata, due nomi (azienda e vino), la definizione della Doc (Etna Rosso) e nulla più (a dire il vero quasi non si vedono anche dei numeri scritti al contrario nello sfondo bianco dell’etichetta). Semplicità che incuriosisce. Passiamo quindi al nome del vino, “Navigabile”, che viene così spiegato dal produttore, nel proprio sito internet: “Il nome "Navigabile" sarebbe a dire, tecnicamente, “in grado di viaggiare sul mare, a vela", era storicamente il modo in cui i commercianti di vino locali, sin dal XVIII° secolo, chiamavano i loro vini di pregio. “Navigabile”, a quei tempi, doveva essere un vino capace di viaggiare attraverso il mare, dall'altra parte del mondo, mantenendo tutta la qualità e la fragranza. Un valore inestimabile per quei tempi, quando le spedizioni si facevano a vela. Dopo anni di ricerca, ci siamo resi conto che questa caratteristica era legata ad alcuni dettagli molto particolari utilizzati nella selezione delle uve e nel processo di vinificazione. A quel tempo solo la qualità e l'esperienza umana potevano fornire un grande vino. Siamo lieti di presentare la nostra moderna interpretazione di quei vecchi criteri, in grado oggi di trasmettere la nostra stessa idea di gusto e carattere nei vini rossi dell'Etna. Chiediamo a questo vino di navigare in tutto il mondo come ambasciatore del nostro lavoro sull'Etna”. Una bella storia, ben raccontata.