Col Tamarìe, Bianco Frizzante.
L’etichetta attira l’attenzione, questo sì. Merito dei colori e dello stile dell’illustrazione, certo, ma anche per qualcosa di concettuale che si percepisce osservando bene il label-design. In cima a una collina, sulla sommità di un paesaggio tipico delle colline trevigiane (siamo a San Lorenzo di Vittorio Veneto) c’è un omino, seduto, in relax, che osserva il cielo, rapito dalla bellezza della natura e probabilmente anche dagli effluvii del vino. Insomma, se la gode. Il vino è un rifermentato, prodotto con una varietà di vitigni locali: Glera, Boschera, Perera, Bianchetta, Grapariol, Verdiso, Marzemina Bianca. Già questo potrebbe bastare in quanto a originalità. Ma come scritto prima, il packaging si distingue. E aggiunge valore al concetto di biodiversità, di produzione biologica e “di Omeopatia Unicista e di altre tecniche bioenergetiche” come la geomanzia, afferma il produttore. Molto verde, molta voglia di naturalità espressa con... naturalezza. Che il cliente creda o meno alla viticoltura “amica della natura”, l’etichetta aggiunge genuinità con un delicato tocco artistico. Per la cronaca il naming “Col Tamarìe” fa riferimento a una definizione topografica locale.