PR, Aglianico Rosato, Casula Vinaria.
Questa piccola azienda campana, con sede e attività a Campagna, un nome un destino, in provincia di Salerno, si è lanciata sul mercato con etichette di impatto, originali ma discutibili. La scelta grafica porta a evidenziare solo le prime due lettere del nome del vino. Così, in pratica, abbiamo PR per Primavera (Aglianico Rosato), BR per Brigante (Aglianico), CA per Candito (bianco dolce), CH per Chiena (Spumante Brut), CO per Coccinella e ME per Melodia (Fiano), FA per Falanga (Falanghina) e così via. Le lettere grandi sono tutte nero su bianco o viceversa (salvo un paio di casi particolari), con una modalità grafica, oltre che cromatica, di forte incisività. Quello che emerge è una sigla “effetto-targa”. Questo perché solo in un secondo momento l’occhio cerca altri riferimenti (oltre alla lettere grandi) e trova, in basso a sinistra, scritto molto in piccolo, il nome completo del vino. Sicuramente si tratta di una scelta “ottica”, attenzionale, che punta a farsi notare nello scaffale. La modalità però non è risolutiva, lascia qualche perplessità in chi la nota e non trova nemmeno giustificazione concettuale. Quello che possiamo dire è che i nomi dei vini sono interessanti, se e quando vengono colti nella loro integrità. Ad esempio: Brigante, Candito, Coccinella e Melodia sono nomi in grado di restare in mente e di comunicare qualcosa in più. Ma limitandosi alle iniziali non trasmettono tutto il loro potenziale. Nota stilistica: ai lati destro e sinistro dell’etichetta, vediamo il logo aziendale (una foglia di vite e tre pallini, i tre soci) e un pallino più grande colorato che rappresenta la tipologia del vino: rosso, rosa, verde (per i bianchi). Stile minimalista, ma pur sempre con un’idea.