Alfieribianco,
Sono diversi e curiosi gli aspetti di questa etichetta calabrese. Partiamo dal nome del vino, “Alfieribianco”, dal nome della contrada Alfieri, nella zona di Arghillà, Reggio Calabria, dove ha sede l’azienda dei Fratelli Zagarella. Il nome potrebbe generare confusione con la Doc Terre Alfieri, piemontese, diventata recentemente Docg e quindi molto in vista. Come secondo elemento di analisi notiamo la strana forma della cartotecnica: un ovale interrotto da due semicerchi a destra e a sinistra. Il bianco dell’etichetta sul fondo scuro del vetro della bottiglia evidenzia questa forma inusuale. La firma del produttore che diventa logo, in basso, evidenzia la Z iniziale, in concorrenza con quella, un tempo nota, di Zorro. Ma la notazione più strana riguarda il tratto al centro dell’etichetta: dopo un breve ragionamento si evince che si tratta della medesima Z del cognome della proprietà, “girata” in orizzontale e ribaltata specularmente. Questo tratto risulta così essere, forse, il picco di una montagna, o ancora, visto che ci troviamo in vista dello Stretto di Messina, un’onda di un mare in burrasca. Certo che l’interpretazione di questo packaging richiede un minimo di ragionamento. A livello estetico si fa notare per l’originalità, della forma dell’etichetta, come già detto e dei tratti grafici. Tecnicamente è curioso e doveroso far notare che l’azienda in questione utilizza un sistema di vinificazione particolare che si chiama Ganimede. L’azienda produttrice (del sistema) lo definisce il “fermentatore innovativo”. Chi vuole approfondire il suo funzionamento può trovare il tutto su ganimede.com.