Castello del Terriccio.
Si sa che il “terriccio” è il nome che si dà a quei sacchi di materiale composito che serve per piantumare i fiori e le piante sui terrazzi. In questo caso si tratta di un nome storico (toponomastica) dell’ altrimenti detto Castello di Doglia, a nord di quell’ampio territorio chiamato Maremma (che comprende anche vaste aree nell’entroterra toscano in provincia di Grosseto). In questo caso le colline più vicine sono quelle pisane. Territorio che una volta fu degli Etruschi, quasi sempre implicati nelle faccende di vino, soprattutto nel centro Italia. Ampio è anche il possedimento di questa azienda, con ben 1500 ettari di terreni, dei quali 65 vitati. Il vino in questione è un bianco che si chiama “Con Vento”. Il nome incuriosisce perché comprende un gioco di parole (volendo) che porta il significato di “convento” ma principalmente quello di “con il vento”. Siamo infatti di fronte al mare che con le sue brezze salmastre influenza benevolmente la coltivazione dell’uva. Nell’etichetta, sopra al nome in questione, vediamo il logo del produttore, un sole stilizzato ed esattamente, secondo il racconto che troviamo nel sito web dell’azienda “Negli anni ’80, durante gli scassi per piantare i primi vigneti di Lupicaia, è stato ritrovato nel terreno un reperto raffigurante il sole etrusco e da quel momento è stato utilizzato in forma stilizzata come logo aziendale”. Lupicaia è uno dei nomi noti di un vino rosso dell’azienda. Sotto al nome del vino troviamo due tratti “ondeggianti” di colore giallo. Onde anomale che vorrebbero caratterizzare il packaging sia pure in modo semplice e lineare. La grafica si distingue per una certa essenzialità, che non guasta. Alla base il nome dell’azienda. Niente di più su sfondo bianco carta. Il tutto è plausibile ma non sublime. Almeno secondo il nostro modesto parere.