Pussenti, Nerello Mascalese, Enò-Trio.
Forse il nome di questo vino viene riferito a una zona particolare o più probabilmente alla “possenza” delle viti (secolari, prefilossera) che consentono alle uve di Nerello Mascalese di esprimere grande intensità. Però non suona bene, “Pussenti”. Ricorda foneticamente qualcosa di puzzolente. Insomma non è molto elegante nella sua formulazione. Interessante, quasi un trattato di psicanalisi, il logo aziendale: un tralcio biramato dove si notano le lettere N e P e subito sotto la scritta “Enò-Trio”. Ricostruiamo l’enigma: la cantina in questione è condotta da tre persone, che sarebbero, Nunzio Puglisi, Stefany e Désirée (scritto e comunicato proprio così, come si legge nel sito internet dell’azienda). Quindi le iniziali sono del primo dei tre, mentre il nome “Enò-Trio” è evidentemente un gioco di parole tra “un trio enologico” ed Enotria. C’è dello studio quindi intorno a questo nome, cioè un pensiero che punta a generare un nome attenzionale. Non sapremmo dire se si tratta di una scelta efficace, forse confonde un po’. La grafica in etichetta propone uno scorcio dell’Etna, in fondo a una piana agricola tipica di quella regione vinicola in quota. L’etichetta risulta in fin dei conti piacevole, ordinata, classicheggiante. Sui nomi si poteva probabilmente optare per qualcosa di più comunicativo.