Nizza, Barbera, Azienda Agricola Serra Domenico.
Si tratta di una delle più recenti attribuzioni di una Docg, quella del “Nizza”. Praticamente una Barbera geolocalizzata. Una specie di Chianti Classico dell’astigiano. Una “superBarbera”, nelle intenzioni del Comitato Promotore e del conseguente Consorzio. Discutibile aver scelto come parola leader della comunicazione la prima parte del nome di questa cittadina (Nizza Monferrato, appunto) che corrisponde alla ben più nota e frequentata città della Costa Azzurra, in Francia. Nizza a dire il vero in francese si dice Nice (che a sua volta fa corto-circuito con la parola in inglese), ma storicamente, quando quel territorio era ancora italiano, la dizione era proprio quella con la due zeta. “Nizza” è anche il nome protagonista (molto protagonista) di questa etichetta del produttore “Serra Domenico” (sarebbe il caso di invertire il cognome-nome trasformandolo in un nome-cognome più consono), con sede e vigneti ad Agliano Terme. Nel packaging, a tutto campo e a lettere cubitali, viene affermato, nobilitato, urlato il nome “Nizza”. Peccato che sia spezzettato. Solita osservazione, non vogliamo risultare noiosi ma quando si tranciano le parole si commette un piccolo reato nella comunicazione. Belli quei nastri, quei festoni, rosso e oro che aleggiano attorno al nome del vino, ma il nome stesso in quel modo non si può leggere. L’impatto c’è: cromatico e calligrafico, ma infine le soluzioni grafiche messe in atto risultano grossolane.