Piuttosto che Niente

Piuttosto, Trebbiano di Romagna, 
Tre Monti.

Questa etichetta e questa bottiglia attivano subito l’attenzione. La bottiglia per la sua forma, simile a quella dei vini Porto, detta anche “Clavelin”. L’etichetta per questa tonalità verde smeraldo che risulta abbastanza insolita per un vino. Ma naturalmente c’è di più (e ringraziamo Sara Missaglia, giornalista del vino, per la segnalazione): il nome “Piuttosto”. Verrebbe da pensare a un “più tosto” come caratteristica del prodotto (e di certo vale anche questa sfumatura semantica visto che la seconda “t” del nome viene enfatizzata cromaticamente), ma possiamo comunque contare sulla spiegazione del nome da parte del produttore, tratta dalla scheda del vino, nel sito internet: “Alla vigilia della vendemmia 2019 eravamo sul punto di estirpare l’ultimo ettaro del nostro splendido vigneto di trebbiano “della fiamma” a Petrignone: il riscontro commerciale ed il “mood” del mercato erano troppo tiepidi (eufemismo) nei confronti di questo vitigno. Ma, “piuttosto” che estirparlo, abbiamo voluto fare un estremo tentativo, e mettere a frutto le esperienze di macerazione acquistate con il Vitalba e fare una cosa nuova: 25 giorni di macerazione in cemento, un po’ di buona sorte, e, voilà”. Un nome nato da una discussione, da un progetto, dalla lingua parlata, a generare un prodotto originale anche nella sua formulazione. L’operazione è riuscita.