Scarafone, Sangiovese e Cabernet,
Leggendo il nome di questo vino toscano viene subito in mente un proverbio partenopeo: “Ogni scarrafone è bello a mamma sua”. Laddove scarrafone (o scarafone con una sola “r”) sarebbe lo scarafaggio. Non sappiamo cosa abbia spinto questo produttore a chiamare questo vino rosso col nome di uno dei più odiati insetti al mondo. Possiamo solo tentare una timida difesa ipotizzando (visto che siamo in provincia di Grosseto, a Cinigiano) che “Scarafone” possa essere riferito alla “caraffa”, cioè all’atto di “scaraffare” il vino. Sia pure accettando questa seconda ipotesi ci si deve necessariamente arrampicare sui vetri per ovviare alla prima impressione descritta in partenza. Del resto l’etichetta non si distingue per altri elementi che potrebbero distrarre dal problema semantico. Vediamo l’illustrazione al tratto di una cascina e alla base un tassello con la denominazione (Montecucco Rosso Doc). Unica concessione alla fantasia la lunga “f” decorativa sulla sommità della quale vediamo poggiato un picchio dorato. Etichetta semplice, classica, arcaica che riesce a farsi notare, purtroppo, solo grazie a un nome che lascia qualche perplessità. Quanto meno riuscirà, nel bene e nel male, a farsi ricordare.