Etichetta di Valore per una Croatina Biologica

Briccaia, Croatina, la Costaiola.

Ecco un esempio di packaging virtuoso. Per varie ragioni che andremo a scoprire. Innanzitutto l’azienda, che si chiama “la Costaiola” (anticamente Costa d’Altare) e si trova in un luogo storico dell’Oltrepò Pavese, Montebello della Battaglia (il 20 maggio 1859 a Montebello fu combattuta una celebre battaglia, preludio dell’unificazione d’Italia: la cavalleria sardo-piemontese e la fanteria francese costrinsero le forze austriache a ritirarsi oltre il Po). L’azienda può vantare molte vendemmie, essendo nata nel 1938 ad opera di Luigi Carbone, bisnonno degli attuali proprietari. Tra l’altro Montebello della Battaglia si trova al 45° parallelo, una linea geografica che stabilisce l’eguale distanza tra Polo Nord ed Equatore, latitudine ideale per coltivare la vite: mai troppo freddo, mai troppo caldo. Ma veniamo all’etichetta di questa Croatina in purezza. Si tratta di un vino da coltivazione biologica, il colore verde utilizzato nel design, sia pure scuro, elegante, lo fa presagire. Ma soprattutto lo conferma la dicitura “vino biologico” proprio sotto il nome del vino. “Briccaia” è un nome in un certo senso figlio della moda, di quel Sassicaia che ha fatto scuola in tutti i sensi. Possiamo immaginare che Briccaia possa derivare da bricco, dall’arabo “ibriq” cioè vaso di rame usato per servire il caffè (non c’entrerebbe col vino), ma anche da “bricca” o “briccola”, dirupo, luogo scosceso e selvaggio. Nome comunque originale, breve, coinvolgente. Alla base, sotto al nome del produttore, “la Costaiola”, troviamo la specifica “viticultori dal 1938” un giusto vanto da sottolineare. La cartotecnica dell’etichetta si fa notare per un bollo rotondo, che si stacca dalla parte rettangolare, dove con inchiostri dorati e in rilievo viene riprodotta una decorazione artistica valorizzante. Nel complesso si tratta di un packaging-design di spessore, sia pure per una bottiglia messa in commercio in zona mass-market.