Maninalto, Nero d’Avola e Frappato, Joanna Dubrawska.
Diciamo subito che questo nome è bello, originale, coinvolgente: “Maninalto”. La storia però va spiegata. Si tratta di fatto di un nome di linea, cioè un nome per una gamma di vini. Anzi, per la precisione si tratta del nome di un progetto già molto ampio (in termini geografici, come numero di bottiglie, invece, molto piccolo). Ebbene, Joanna Dubrawska, già facente parte del team del noto produttore COS, siciliano, dopo aver appreso il “mestiere” ha deciso di intraprendere una carriera da “solista”. E ha dato vita al Natural Wine Project, un’idea innovativa che prevede di vendemmiare ogni anno in un luogo diverso, con vigne diverse e uve sempre diverse. Il comune denominatore è la naturalità, agronomica e produttiva. Insomma se le vigne prese in considerazione le vanno a genio, Joanna le affitta per un anno e ci fa un vino. Il primo, del quale vedete l’etichetta, è stato prodotto nel 2015 in Sicilia (una prova, mai messo in vendita), il 2016 è saltato per valutazioni qualitative negative, il 2017 sempre in Sicilia a produrre un vero Cerasuolo di Vittoria Docg (prima annata in vendita), nel 2018 la scelta è andata su un Mauzac Rosé (Francia), nel 2019 è stato prodotto un bianco a base di un vitigno della Savoia che si chiama Jacauère e nel 2020 è toccato alla Loira con un vino 100% Grolleau. Chiaro che sono tutti esperimenti da 800/1000 bottiglie al massimo ma l’originalità della formula e della sua presentazione, a partire dal’etichetta, fanno pensare e ben sperare un una continuazione del progetto con sempre nuove sorprese.