L’Uva Acerba non va Bene. E Neppure l’Arte.

Aurora, Nebbiolo e Barbera, 
Az. Agr. Fenocchio Renato.

Le etichette che riportano disegni infantili sono un fenomeno conosciuto. Capita abbastanza spesso di trovare, in uno scaffale di vendita o tra la gamma dei vini di un produttore, packaging che sono chiaramente attribuibili ai figli del produttore stesso. La “mano” artistica di solito tradisce età dai 3 ai 7 anni, cioè quel periodo dove l’estro artistico dei pargoli è ancora in fase di sviluppo, diciamo così. Alcuni disegni sono al limite del comprensibile. Altri, come l’esempio che qui riportiamo, un Langhe Rosso di Renato Fenocchio, sono più gradevoli, meglio compiuti. In questo caso abbiamo anche un bel nome, evocativo, “Aurora”, che probabilmente si riferisce a qualcuno della famiglia, oltre al magico momentum dell’alba. Perché i disegni di bambini non sono adatti a vestire una bottiglia di vino? Perché tutto sommato si tratta di una “comunicazione” famigliare, affettiva, che rientra e rimane nell’ambito della cerchia parentale. Dall’esterno si potrebbe percepire quella tenerezza che ai piccoli è dovuta e risulta sempre spontanea, ma ai fini della memorabilità del prodotto e della sua immagine nulla si costruisce. In questo caso, l’etichetta è piacevole, vediamo dei tulipani, così sembra, uno a forma di cuore. I colori sono brillanti, ripetiamo, il nome è bello ed evocativo, ma rimaniamo pur sempre nell’ambito di un’arte comunicativa acerba ed esacerbante.