Pulizia Grafica a Volte Significa Assenza di Idee

Sauvignon, Cantina Puiatti.

La produzione di questo vino si colloca in Friuli, a Romans d’Isonzo, in quelle terre magre dove i vini bianchi vengono bene. Magra anche l’etichetta, molto magra. Inteso come asciutta, essenziale, certamente pulita, forse un po’ sterile. Ma vediamo di giungere a un’analisi ben circostanziata. Innanzitutto viene utilizzato un tipo di carattere (di scrittura, carattere tipografico si intente) molto squadrato, statuario, ben delineato, certamente molto leggibile. In alto vediamo il nome del vitigno, tra quelli “nobili” e francesi, il Sauvignon Blanc (ormai sintetizzabile in “Sauvignon”), giustamente evidenziato con un tassello dal fondo chiaro. Subito sotto al nome del vitigno ecco la definizione della Doc e l’annata del vino. Al centro… nulla. In basso il nome del produttore che funge anche da logo. Si potrebbe avere la sensazione di essere di fronte a un’etichetta vuota. Molte volte però, in questo blog, abbiamo osannato il vuoto, la pulizia grafica, i pochi elementi come caratteristica vincente per un packaging di spessore. E confermiamo. L’essenziale fa bene agli occhi (e anche al cuore, si sa). In questo caso forse la brama di impatto visivo ha presto troppo la mano di chi ha inventato questa etichetta. L’impatto c’è. Anche una certa originalità. Ma rimane il dubbio che troppa pulizia, nel senso di mancanza di idee, non possa risultare, ai fatti, la soluzione migliore.