Wildflowers, Tannat e Sirah,
Questo produttore che annovera tra le proprie uve anche il Sangiovese, si trova sulla costa atlantica degli Stati Uniti e precisamente a Jarvisburg, in Nord Carolina. Non è certo una delle zone del mondo più rinomate per la viticoltura, ma a noi interessa, anche in questo caso, l’etichetta. Dunque, il vino si chiama “Wildflowers”, traducibile in “fiori selvaggi” e ancora meglio in “fiori di campo”, qui da noi. Il nome è bello, evocativo, ma quello che colpisce subito, come immagine, è quel fuoco d’artificio di colori, chiamato a rappresentare le macchie di colore con le quali i fiori di campo punteggiano la campagna. L’illustrazione, osservata da vicino, riguarda delle vere e proprie macchie ottenute da colature di pittura, ma l’effetto, da lontano, è proprio quello di un gruppo variegato di fiori. Siamo di fronte a una specie di versione moderna di quella fronda di artisti che si faceva chiamare divisionisti (o puntinisti). Si tratta di un packaging coraggioso, per pochi (insomma, non per tutti), che presenta una impaginazione pulita, centrata, elegante, con un “fuori norma” tutto concentrato nell’opera illustrativa, dove l’estro creativo e concettuale si esprime senza vincoli o preconcetti.