Chiariamo subito che “Angelo Negro” non è una definizione bensì un nome e cognome. Si tratta del discendente di una famiglia di antiche tradizioni che vanta le proprie origini agricole al 1670. Di riferimenti storici è piena l’etichetta: a sinistra un angelo (bianco) espone un cartiglio con il nome di Giovanni Dominico Negro (figlio di Audino), l’avo fondatore. Al centro la trascrizione dell’estratto terreni del comune di Monteu Roero che riporta: “Al Bricco della Val d’Aiello una casa con cascina, forno, aia, orto, prato e viti consorti eredi Oddino Negro, Secondo Musso, G. Matteo Sandri, eredi Tibaldo del Tetto, Giovanni Vignola, confinante a Margherita Negro; tavole 146, vicino all’edificio, aia e prato a quarti 10: soldi 2 denari 5 vitti giornate 4, tavole 68, cioè giornate 1 in fondo verso la via comune a quarti 9 e il resto a quarti 10: soldi 7 denari 7 ½”. In basso a sinistra vediamo un’altra effige di Audino Negro con data. Passiamo al nome del vino, “Sudisfà”, che pur essendo in dialetto piemontese si fa capire e aggiunge valore. Infatti nel sito internet del produttore leggiamo, a proposito di questo specifico vino: “La prima volta che l’ho assaggiato sono rimasto sudisfà…” a firma Giovanni Negro, 1996. Il mood generale è quello di un packaging arcaico ma funzionale alla storia e al “terroir” di quel Piemonte austero che ancora oggi regna nelle percezioni di molti acquirenti.