Giocheremo con i Fiori, Pecorino, Torre dei Beati.
Non è certo la prima etichetta realizzata da un "giovane illustratore", probabilmente "di famiglia". La tentazione, da parte dei produttori di vino, di creare etichette sulla base di disegni d'infanzia dei propri figli è grande e sempre presente nella panoramica, soprattutto italica. Di esempi se ne vedono molti in circolazione sugli scaffali delle enoteche. Ma qui preme fare una valutazione tecnica, di comunicazione. Questo tipo di etichette potrebbe certamente suscitare la simpatia di molte madri e padri con bimbi piccoli, ma si tratta di una nicchia sulla quale non si può fondare una comunicazione durevole ed efficace. Possono essere, forse, degli episodi, delle "special edition" di breve durata, ma anche in questo caso sarebbero discutibili. Sull'etichetta qui analizzata c'è poco da aggiungere oltre al mood "disegno d'infanzia" descritto prima. Vediamo quindi il nome, scritto con mano infantile anch'esso: "Giocheremo con i Fiori". In prima battuta potrebbe rientrare nella sezione dei nomi evocativi, che raccontano una storia, infatti è lungo, composito, di fatto è una frase piuttosto che un nome. La sua estrema "semplicità" fanciullesca però, pur in perfetta sintonia con il concept generale di questa specifica etichetta, risulta troppo infantile, poco credibile per un prodotto che vuole e deve presentarsi un modo adulto e qualificato.