Monte Brullo, Sangiovese di Romagna, Costa Archi.
Gli esperti dicono che la vite per crescere "ricca" di sapore e sfumature organolettiche deve soffrire un po', per il terreno magro o per la siccità. Ed ecco che un nome apparentemente negativo come Monte Brullo, alla luce della viticoltura "colta", può diventare una nota positiva e distintiva. Ma c'è un "ma". Nel creare un nome non dobbiamo pensare solo a quel 10% di super esperti che sa tutto di coltivazione e soluzioni enologiche. C'è anche un restante 90% di persone che non sa e non ha nemmeno voglia di documentarsi "tecnicamente" sul vino. Per questo 90% di potenziali consumatori un "monte brullo" è un monte arido assonante con "brutto", se non si forniscono altri elementi di interpretazione. In questa etichetta, nel visual, vediamo tre cipressi (che a molti ricordano i cimiteri mentre in toscana fanno parte dello splendido paesaggio di quei luoghi). Qui però (la sede aziendale e i vigneti) siamo in Romagna. Dove il cipresso non si è molto distinto nella vegetazione locale. Insomma tra la brullità del nome e la scarsa coerenza del visual, questa etichetta, in generale da ritenersi elegante e rifinita, potrebbe ricevere solo una parte di quei favori che probabilmente l'azienda produttrice si attende.