Recioto (e Valpolicella Ripasso), Vigneti di Ettore.
Parliamone. Di questa "mania" di giocherellare con il lettering (si tratta del "carattere", i tecnici lo chiamano "font", lo stile grafico con il quale si decide di scrivere un nome). Allora ecco qui (ad esempio): si prende un'etichetta rettangolare, si decide un bel colore di fondo uniforme (in questo caso i colori sono belli, "vinosi", ci sta) e si scrive il nome della denominazione o del vino o del produttore, "giocando" con la grafica delle lettere. Cambiando sfumature di colore, dimensioni, direzioni, maiuscole e minuscole. Semplice da fare, veloce, ad effetto. Ma qual è l'effetto che fa? Leggibilità non certo facilitata. Confusione ottica. "Rigidità" grafica tipicamente svizzera. Risultato: emozioni zero. Sicuramente le emozioni le regala il vino (cioè, si fa per dire, il vino si paga) una volta versato nel bicchiere e poi in bocca, giacché, dicono, si tratta di un ottimo prodotto. Ma per quanto riguarda l'etichetta a nostro modesto e personalissimo parere si poteva (doveva?) fare di più e di meglio. Mutatis mutandis!