Ecco una felice intuizione, semplice d'accordo, ma con simpatia. Insomma ecco un'idea. Che genera un nome in grado di farsi ricordare per diverse e articolate ragioni. Vediamo una breve analisi. Il nome A'mami, dedicato a un vino bianco siciliano, dietro una prima impressione votata all'amore, all'amare, a quello che può sembrare un affettuoso invito, nasconde una precisa interpretazione, della quale il produttore ci fornisce notizia: "A’mami, primo vino imbottiglianto dall’azienda, è dedicato a mamma
Armida che, come il vino, da Corleone prende i profumi intensi del sole e dall’Etna
l’eleganza longeva e memorabile". Una tenera e storica dedica alla mamma! Come può non commuovere ed essere quindi memorabile una simile risoluzione? Può essere tacciata di "ruffianaggine italiota", d'accordo, la mamma in Italia è una istituzione più che in altre parti del mondo, ma qui siamo di fronte molto probabilmente a una dedica "di cuore", che diventa nome del vino. E che, come detto all'inizio, si trasforma (e comunica) in amore. Il cerchio si chiude e le sensazioni sono positive, senza dubbio. Anche la fonetica giunge in aiuto a questo nome: la presenza di due "a" e di due "m", ammorbidisce il tutto, lo rende "mammesco" più che "mammone". Grafica moderna con inflessioni arabesche. Peccato che in etichetta sia nettamente protagonista il nome del produttore (spezzato in modo criticabile) e non il nome qui appena commentato. Scelte di equilibri comunicativi che devono essere sempre ben soppesati.