Faccia di Botte, Raboso, Fasol Menin.
Siamo di fronte a un nome certamente insolito e originale anche se non perfetto sotto tutti i punti di vista. L'idea, ottima, è quella di umanizzare la "facciata" di una botte e farla diventare volto. Progetto artistico che crea in questo caso una illustrazione giocosa, in parte anche misteriosa, arcaica, magica. Come se, nell'immaginario onirico, di notte, in cantina, le botti prendessero vita e personalità. Quella personalità che poi cederanno al buon vino in esse contenuto. "Faccia di Botte" quindi è un bel progetto, concettualmente, semanticamente. Pecca solo dal punto di vista fonetico, dove la durezza di "accia" e "otte" reca qualche fastidio. Anche le parole stesse "faccia" e "botte" che possono ricondurre ad altri significati, disturbano parzialmente la percezione, ma queste sono considerazioni molto tecniche e anche un po' pignole, giusto per fornire una analisi completa. Rimane il fatto che il nome in questione è coraggioso, giocoso, sfrontato, immaginifico. Il risultato è l'attenzione che il potenziale consumatore presterà alla bottiglia e all'azienda in generale. Proprio quello che si prefigge la comunicazione in etichetta e il branding nel suo complesso. Tutte le etichette dell'azienda Fasol Menin sono tratte da opere dell'artista Roberto Bertazzon.