Finalmente si inizia a trovare in rete qualche illuminato produttore di vini che spiega, sia pure brevemente, il significato dei nomi attribuiti ai propri prodotti. Sono ancora delle mosche bianche coloro che spendono qualche minuto del loro tempo (si tratta davvero di poco impegno) per spiegare ai potenziali clienti cosa "c'è dietro" a un nome di un vino. Speriamo che questo esempio sia seguito dai più. Ecco quindi il caso degli Eredi di Aldo Cobelli che nel sito aziendale parlano dei loro quattro vini: Grill, Gèss, Arlevo e Nosiol. Su quattro nomi, a nostro modesto parere, hanno fatto centro con tre di essi. Uno, Grill, suscita qualche perplessità. Vedremo tra breve perché. Partiamo dalla definizioni fornite dall'azienda. "Géss" (Gewürztraminer): "Il nome lega il vino al territorio: Gess non è altro che la traduzione dialettale della parola gesso. La nostra azienda si sviluppa quasi interamente su una vena di gesso che era ben visibile ai tempi in cui l’area era dedita all’attività estrattiva di questo materiale, della cava oggi non è rimasta traccia." Passiamo a "Arlevo" (Chardonnay): "Dal desiderio di produrre un vino
territoriale da un’uva non di certo autoctona nasce il nome Arlevo. Parola dialettale che nella nostra zona sta ad indicare il figlio, non solo nel senso stretto del termine ma nella complessità dell’allevare quella creatura nata dall’amore della sua famiglia". Poi abbiamo "Nosiol" (Nosiola): "E’ una varietà autoctona molto coltivata fino a 15-20 anni fa sulle nostre colline ma ora in via di lenta estinzione per motivi esclusivamente economici... in questa determinata zona del Trentino è sempre stata chiamata al maschile “Nosiol”. Era il vino che si beveva sempre in “caneva” prima del pasto, al ritorno dai campi, in compagnia della luce tenue delle candele". E infine "Grill" (Teroldego): "...il nome Grill si lega saldamente al territorio. Grill è la zona di cui fa parte l’appezzamento, ed era il nome di un vecchio maso abbattuto anni or sono in seguito all’ampliamento dell’attività estrattiva delle cave di gesso". Tutto bene quindi, bei racconti. La perplessità riguarda appunto quest'ultimo vino, Grill, per l'identità che questo nome ha con la parola che significa (Treccani) "Tipo di ristorante, generalmente situato lungo le autostrade, in cui si consumano semplici e rapidi pasti sostanzialmente costituiti da piatti di carne alla griglia". Certo potrebbe risultare un "consiglio di abbinamento", visto che Grill è un vino rosso che va d'accordo con le carni rosse, ma probabilmente si sarebbe potuto ovviare alla contaminazione semantica scegliendo un altro nome. Complimenti comunque all'azienda anche per il design delle etichette, elegante e netto, raffiguranti le foglie della vite dei relativi vitigni.