E chi la conosce la Doc Villamagna? Prende il nome dall’omonimo paese in provincia di Chieti, in Abruzzo. Il vino che la compone è il “solito” Montepulciano d’Abruzzo che in centro Italia la fa da padrone insieme al Sangiovese. Montepulciano disciplinato nelle versioni base e riserva. Ma veniamo a questa intensa etichetta (quanto meno per i cromatismi). Il nome del vino è “Due Archi” e il produttore lo giustifica spiegando, nella scheda prodotto, che i due archi si trovano all’ingresso della cittadina medievale (di Villamagna) e che l’aggiunta grafica di tutti quei grappoli che vediamo nella texture (nello sfondo) dell’etichetta sono riferibili alla tradizione vitivinicola di quei luoghi. Tutto molto lineare e plausibile. Certo, senza colpi di scena, se non fosse per quel rosso vivo che colpisce subito chi rivolge lo sguardo a questa etichetta. Un rosso fuoco, forse cardinalizio, rosso Ferrari, rosso rossetto, rosso vivo. A formare un’immagine ovale che giocando con le parole potremmo definire “rosso noir”. Non possiamo collocare questo packaging nella bacheca degli onori, ma nemmeno in quella degli orrori. Il tassello alla base valorizza e comunica la sconosciuta Doc, e questo va molto bene. Peccato per il logo aziendale, in alto, che risulta appartenente a uno stile troppo anonimo. P.S.: il nome della Doc Villamagna deriva dal latino “villa” per residenza o podere, e “magna” per importante, grande.