Questa azienda del viterbese riesce a generare un nome così originale che digitandolo nelle ricerche risulta al terzo posto. Nethun(s) è il nome in etrusco (antecedente) del Dio Romano delle acque e del mare, Nettuno. Ma è così poco utilizzato, nella versione etrusca, da risultare molto “ricercato”. Anche il vitigno è di quelli poco frequenti: si tratta di un clone di Vermentino di origini còrse. E per concludere l’opera anche il design dell’etichetta presenta qualcosa di originale: una illustrazione di un piccolo banco di pesci dalle velleità artistiche (a cura di Guido Sileoni). I cromatismi suggeriscono il concept: la lettera iniziale del nome del vino è in rosso, e anche uno dei quattro pesci raffigurati è del medesimo colore. A suggerire una unicità di stile, nonché ampelografica. Del resto l’etichetta è molto semplice, alla base vediamo un evidente tassello colorato che racchiude il (doppio) cognome del produttore. Non possiamo catalogarla come una delle migliori etichette in assoluto ma lo stile attira: è un packaging che colpisce e che con la sua paciosa semplicità è in grado si suscitare la giusta attenzione e simpatia.