Vini De Marco.
La paura fa 90, dicono a Napoli. Ed è infatti nelle pieghe della smorfia napoletana che abbiamo provato a dare un significato al numero 69 che troviamo su questa etichetta. La prima “traduzione”, rigorosamente in dialetto, è “sott’e ‘ncoppa”, riferito a una nota posizione ginnica da materasso, da professarsi in due. Poi ci sono altri significati, come il vestito da sposa non utilizzato, oppure un bambino intento a fare le capriole. Insomma c’è di tutto ma non la “Curiosità”, il nome di questo vino, che viene anteposto al numero in questione. Che dire del design dell’etichetta in generale? Quasi nulla. Si tratta di uno di quei packaging che praticamente propone una serie di parole, ordinate, centrate, su fondo chiaro, senza altre emozioni se non il tipo di carattere di scrittura (qui in parte arzigogolato, ma ci vuole altro) e il nome del vino. Incuriosiscono il nome (va da sé che “curiosità” incuriosisce, anche se è come un gatto che si morde la coda) e il fatidico e poliedrico numero. Beh, a dirla tutta incuriosisce anche uno Chardonnay in Salento. Ma questa è un’altra storia. Per la cronaca l’azienda propone anche un “San Carmelo 39”, un “Armonico 3”, un “Gocciarossa 5” e un “Lu Rafaeli 66” (per chi volesse giocarli al lotto).