Iniziali che Atterriscono

Cà Viti, Orvieto Classico Superiore, Cantine Neri.


Una volta c’era la “Z” di Zorro. Questa invece è la “N” di Neri. Cantine Neri da Orvieto. Il tratto è inquietante, assomiglia a certe parole tracciate dall’assassino nei film di terrore (tipo “R-E-D-R-U-M”, da leggere al contrario, del celebre Shining, e chi non se lo ricorda?). Nelle etichette della gamma aziendale la “N” in questione viene resa un po’ in tutti i colori. Il risultato è il medesimo: si nota da lontano, questo sì; caratterizza, questo anche; si può anche definire originale... ma inquieta. Simpatici alcuni nomi dei vini, come “Bianco dei Neri” e anche “Rosso dei Neri”. Tornando alla grafica, al packaging come lo chiamano gli americani, potremmo dire che è essenziale, forse troppo. Con pensiero positivo diciamo che è senza fronzoli: sotto alla famigerata “N” troviamo il nome del produttore e il “Made in Italy”. Nient’altro. In favore delle etichette: fondi scuri, sempre eleganti. Almeno a priori. Mentre a intenditori... dipende molto da cosa ci si mette sopra (al fondo scuro).