Cose Strane ma Belle in Gallura

Strano, Vermentino di Gallura, Azienda Agricola Strano.


Sarebbe troppo semplice citare una famosa battuta della cinematografia popolare italiana: “o fàmo strano” e chiuderla lì. Invece qui siamo di fronte a un po’ di sana creatività (in parte goliardica, che non stona). Innanzitutto il sito del produttore è molto semplice, ma anche chiaro e funzionale. Senza tanti fronzoli parla dell’unico vino per ora in produzione in azienda e dei suoi artèfici (madre, padre e figlio). Il nome del vino è il frutto di una facile ma anche simpatica intuizione: la famiglia si chiama Strano. Abbiamo Gianluca Strano (il figlio che ha preso le redini dell’impresa), papà Salvatore e mamma Elisa (che ha il proprio cognome ma logicamente è stata annoverata tra gli Strano). Oltre allo “Strano” nome dobbiamo tessere le lodi anche della elaborazione grafica che lo rappresenta: la “A” è rivoltata e insieme alla “N” si presenta con un colore diverso, in bronzo dorato. Design moderno, elegante, centrato. Sopra al nome un decoro tipicamente sardo, anzi, gallurese, vista la zona di elezione dove crescono le uve di questo Docg. Il logo aziendale e il relativo pay-off lo vediamo qui sotto: “diverso, unico è strano!”. Avremmo messo una maiuscola e una virgola in più ma si capisce lo stesso. La simpatia supera la grammatica e la batte di slancio. A questo proposito citiamo solo una frase di presentazione del produttore: “Dopo una notte di alcool senza donne, decide di investire nella sua vigna i soldi risparmiati dal barbiere” (con propria foto e testa pelata). Insomma, una bella scoperta in termini di comunicazione. E siamo sicuri che anche il vino gioca la sua parte.