Etichetta Votiva, ma non Volitiva

Linea Vini, 
Bricco della Cappelletta, 
Carlin de Paolo.

C’è qualcosa di normale e di speciale al tempo stesso nell’immagine protagonista di questa linea di vini (una gamma che va dal Nebbiolo al Roero Arneis) che si chiama “Bricco della Cappelletta”. In teoria non è il massimo dei nomi vista la sua lunghezza e complessità (tre parole). L’immagine però aiuta. Sulla sommità di una collina interamente vitata vediamo una piccola cappella votiva sorvolata da rondini. Dall’alto protegge i vigneti e già questa immagine, reale e concettuale, genera un’emozione. Le vigne di tutta Italia sono cosparse di Crocefissi, Madonnine, Altari e Tabernacoli vari: le coltivazioni hanno bisogno di una sorta di protezione celeste, si sa. O quanto meno ci piace crederlo. Di fronte a una religiosità contadina da prendere seriamente ancora oggi, l’illustrazione di queste etichette si presenta in modo giocoso, con uno stile vagamente fumettato. E questa dicotomia genera ulteriore simpatia, ancora di più: empatia, vicinanza. Siamo solidali con il produttore. Capiamo la sua “lingua” e la riconosciamo come anche nostra. L’azienda in questione è condotta da 4 fratelli della famiglia Carlin de Paolo, opera nella zona delle Terre Alfieri (nome consortile in memoria del poeta e drammaturgo astigiano Vittorio Amedeo Alfieri) con 15 ettari di proprietà.